(Nell'immagine un tipico tabellone di un dungeos, con sopra le pedine e dei dadi, ossia i ferri del mestiere di un qualsiasi buon giocatore di ruolo.)
Salve a tutti dopo alcuni mesi torno con un nuovo articolo, in cui voglio parlare dei cosiddetti giochi di ruolo (detti GDR), tra i più famosi si possono citare D&D e Patfinder, che gli appassionati del genere fantastico sicuramente ben conoscono.
Essi sono giochi da tavolo (successivamente divenuti anche chat-online e videogiochi), che si incentrano sull'interpretazione di personaggi immaginari da parte di alcuni giocatori, in uno scenario tipicamente medievale condito di magia e mostri.
Partirò innanzitutto narrandone la storia di questi GDR:
Tutto ha inizio in quel di 1974; La Tatical Studies Rules (TSR) compagnia fondata da Gary Gygax e Dave Arneson, la quale successivamente trasformerà la sua ragione sociale in TSR Hobbies e poi nel 1997 fu comprata dalla Wizards of the Coast. Come dicevo la TSR esordì nel 74 con Dungeos and Dragons (D&D) la prima versione Original nacque in quegli anni, in cui esistevano solamente embrioni sparpagliati del gioco di ruolo ma ancora ad essi nessuno aveva dato ordine, ma del resto come in tutte le avventure epiche c'è sempre un inizio.
Con la collaborazione di Jeff Perren avevano già pubblicato nel 1971 Chainmaill un gioco tridimensionale (ossia da tavolo con pedine), che dettava le regole per i combattimenti, servendosi di tiri sui dadi (oltre al famoso dado a sei facce che tutti conoscono, essi addottorano; il d12, d10, d4, ed altri tipi di dadi che saranno poi utilizzati in quasi tutti i GDR.) Ciò fu un'opera di nicchia e amatoriale ma risultò di forte ispirazione tre anni dopo per D&D Original. La struttura di quest'ultimo risultò molto più complicata con tre manuali di gioco (venduti in forma tascabile dentro un cofanetto), esso metteva a disposizione dei giocatori diverse razze: umani, mezz'orchi, elfi, mezz'elfi, nani e halfling (altrimenti conosciuti come hin o mezz'uomini, molto simili agli hobbit di Tolkien.) Più un'ulteriore gamma di specie png (personaggi non giocanti.)
Il giocatore già all'epoca poteva disporre di diverse classi tra cui scegliere per creare il pg (personaggio giocante): guerriero, mago, stregone (il quale si differiva dai maghi per un diverso modo di lanciare gli stessi incantesimi), poi ancora la figura del chierico ossia un sacerdote dai poteri di guarigione, che da sempre è una figura fondamentale nel gruppo. Il ladro furtivo e abile nel colpire alle spalle, con la sua capacità di scassinare le serrature e disattivare le trappole, poi i druidi con le loro magie tratte dalla natura ed accompagnati da un fedele compagno animale e infine la mia classe preferita, il barbaro: combattente munito di armature medie (meno robuste delle pesanti armature del guerriero e del chierico, ma migliori di quelle leggere di cui disponevano ladri e druidi, mentre maghi e stregoni da sempre ne sono stati sprovvisti). Egli è un formidabile bulldozer con la sua tipica arma a due mani, ottima per fare danni e con una vagonata di punti ferita.
I giocatori tipicamente sono cinque: Il Master (che stende la trama e gioca i personaggi non giocanti) più quattro avventurieri, essi sono gli eroi e la loro partita è in un certo senso contro il Master (anche se l'obbiettivo di quest'ultimo non è da considerarsi la sconfitta del gruppo, o il gioco non prosegue.)
Dal nome si analizzano due cose che non possono mancare nella avventura tipo:
i dungeos ossia tunnel labirintici e oscuri, luoghi ricchi di tesori ma pieni di mostri e trappole e poi i draghi, di cui già in passato ho discusso e raffigurati alla maniera occidentale, ma divisi in due tipi principali, quelli con le scaglie dal colore cromatico che sono profondamente malvagi e i metallizzati, i quali anch'essi come i loro cugini malvagi hanno un animo selvaggio, fiero e avido, sono tuttavia fondamentalmente buoni.
Tutti i draghi in genere si trovano nascosti dentro antri sperduti e custodiscono un enorme tesoro, anche all'interno della loro categoria si distinguono per il determinato colore e l'età: ad esempio l'antico dragone rosso è il tipo più potente fra i cromatici e la sua controparte d'oro, lo è fra i draghi buoni.
Ma di tutte le innovazioni rispetto ai primordiali GDR, le più significative erano incentrate sullo sviluppo dei personaggi, introducendo una crescita progressiva di livelli.
Original D&D fu un sostanziale successo per essere partito con l'ottica di rivolgersi ad un piccolo pubblico e vendette diecimila copie di manuali nel biennio 74/75.
Si andò a creare negli USA un pubblico ben preciso ed affezionato, fra gli studenti dei college e delle scuole superiori.
Ciò fu da trampolino di lancio per l'espansione D&D Basic Set lanciata dalla TSR nell'anno 1977, essa sostanzialmente consisteva nell'implementare un certo quantitativo di manuali e nell'introduzione di campagne per bambini pensate per uno sviluppo dei pg facilitato e ridotto ai soli tre livelli. Sopratutto però rappresentò il salto di qualità da una produzione amatoriale ad industriale portando sia Basic e che Original sugli scaffali dei negozi di giocattoli.
Ma la TSR aveva anche un'altro progetto: una nuova edizione del gioco, che dividesse l'attività commerciale su due punte: Dungeos and Dragons Advanced scritta da Gygax; essa era una vera e propria versione a se che progredì in tre anni. Infatti nel 1977 uscì il primo manuale Il Manuale dei Mostri che implementava una marea di nuove creature (alcune delle quali giocabili).
Poi nel 78 fu pubblicato il Manuale del Giocatore e nel 79 quello del Master, il primo cambiò le regole per i personaggi oltre ai livelli 1-20, portò i livelli epici e introdusse talenti e abilità personalizzabili secondo lo stile di gioco del giocatore. Introdusse pure i famigli, creature che accompagnavano maghi e stregoni e infine aggiunse nuove classi e razze base, cito sopratutto la figura del paladino (una sorta di guerriero sacro consacrato al bene e con un bel preciso allineamento) e il monaco (ispirato ai monaci buddisti, un artimarzialista proveniente da un qualche tempio, anch'egli con limitazioni di allineamento, che l'edizione impose pure al barbaro).
Il Manuale del Master stravolse le regole per l'appunto ai master e il pubblico della TSR, ormai decisamente cresciuto nell'arco dell'lustro si spaccò in due, ciò fu causato dal fatto che Basic era il proseguo dell'edizione originale e Advanced invece veniva definita una revisione.
In oltre l'unica campagna "preconfezionata" venduta al pubblico fino ad ora era stato il Tempio delle Rane scritto da Arneson e pubblicato nel l975, che però doveva essere acquistata a parte rispetto al gioco in se.
Con Advanced invece dal 1978 in poi la ditta si proiettò in un commercio tutto nuovo di avventure già scritte e vendute come libri, che poi i master poterono usare.
Ciò nonostante la politica aziendale rimase impostata su una produzione bipolare.
Pochi mesi dopo l'uscita dell'ultimo manuale, fu acquistabile l'edizione per collezionisti di Orginal che vendette bene, almeno sufficientemente per tenere testa alla versione nuova del gioco.
Dall'80 in poi la TSR cominciò a pubblicare solamente per l'Advanced volumi con copertina rigida stesi da vari autori, ma lo scontro interno continuò ad ampliare sempre maggiormente le due edizioni. I giochi di ruolo furono un bum nel corso degli anni ottanta: cominciarono a vendere pure all'estero e spopolarono i librigame; libri interrativi in cui leggendo potevi prendere decisioni tu lettore al posto del personaggio e tirare i dadi con le pagine, inoltre crearono un business sulle pedine, miniature i tabelloni e svilupparono pure line di gadget.
Nel 1995 Advanced e Basic furono sostituite da D&D 2.0 una nuova versione che rivoluzionò nuovamente il gioco e le sue regole, implementando anche le classi di prestigio e fu un successo.
Tuttavia la ditta concorrente che affondò nel corso della seconda metà del decennio; la TSR, fu la Wizard of the Coast: essa lanciò il gioco di carte collezionabili Magic, ciò dette il via all'enorme mercato delle carte da gioco.
Iniziò tutto nel 1994 con Magic L'Adunanza e il bum fu immediato, poi molte case concorrenti fecero nei mesi e negli anni successivi svariati tentativi, più o meno riusciti di emulazione, per cavalcarne l'onda.
La TSR lanciò come risposta un suo gioco di carte nel 94: Spellfire che risultò un fiasco. Ma l'anno successivo questo portò loro a dover rientrare delle spese con D&D 2.0, per poi ritentare di tenere testa alla rivale, con un gioco di dadi Dragon Dice, ma trovò ad attenderla un altro flop.
La due annate successive furono caratterizzate da il sempre crescente aumento di vendita delle carte, il calo abissale dei giochi di ruolo e alcune scelte editoriali sbagliate della TSR; che arrivò ad accumulare un debito di trenta milioni di dollari e a svendere tutto alla Wizard stessa.
La quale però volle investire per rilanciare D&D e la versione 3.0 ebbe un buon successo nel 2000.
Però la sua più grande innovazione il d20 sytem (sistema col dado a venti facce) rese poi possibile la pubblicazione di giochi di ruolo rivali.
Su quell'onda di questo rilancio finanziò dei film in quegli anni che però, non sfondarono al botteghino.
Ritrovò un nuovo trionfo però nel 2002, concedendo alla Biowere (ditta protutrice di video giochi) la possibilità di farne uno per computer, basato su una guerra tra le due città più famose, di una delle ambientazioni 3.0 e di usare le regole stesse dell'edizione.
Neverwinter Nights fu un successo internazionale e ad esso seguirono nel tempo svariate espansioni e in oltre, porto D&D sui vari giochi online.
Col 2003 arrivò la versione più famosa di tutti i giochi di ruolo: D&D 3.5, cambiando solo regole minori rispetto alla precedente, fu un successo, ma causò il crollo della vendita di tutte l'edizioni antecedenti alla 3.0, per via del fatto che i loro manuali non usavano il d.20.
la Obisidan Entratteniment poi (acquistati i diritti dalla Biowere), svilupperà Neverwinter Nights 2 e le sue tre espansioni, sulla base della 3.5 tra il 2006 e il 2009, replicando già col gioco di base le vendite del primo capitolo e portando nuove versioni di giochi online.
Il 6 Giungo 2008 venne lanciata D&D 4.0, alla quale la Wizard lavorava da tre anni ma non andò bene e riscosse poco entusiasmo, tuttavia non comportò un calo di vendite, il loro pubblico continuò a comprare D&D 3.5, che viveva di rendita.
Nel 2012 il lancio di D&D 5.0 (divenuta due anni dopo D&D Next), sicuramente più amata della 4.0, non riesce però a raggiungere le vendite della 3.5, l'unica che permette loro di tenere testa a Patfinder, il gioco di ruolo alternativo hai loro, più venduto.
Da anni però si vocifera che stia venendo prodotto Neverwinter Nights 3.
il 4 Marzo 2008 all'età di 69 anni è morto a causa di un ictus Gygax, mentre il 7 Aprile del 2009 è toccato ad Arneson, di anni 62 non ancora compiuti, deceduto dopo una lunga lotta contro il cancro. Pur non essendo particolarmente conosciuti a titolo personale al di fuori degli ambienti frequentati dai giocatori di ruolo, sono stati i fondatori di un impero e i loro nomi, dovrebbero essere ricordati tra i grandi padri del fantastico, il loro lavoro è stato anche fonte d'ispirazione per molti romanzieri, di tale genere letterario.
Riporto la frase della figlia di Arneson, ossia Malia Wehinhagen: "La cosa più grande del mondo del mio papà, era che voleva che tutti si divertissero in vita. Penso che le cose di tutti i giorni ci distraggano e che ci dimentichiamo di goderci la vita."
Luca Pasini
Fuoco Draconico-1994
In questo blog parlo dei miei scritti come autore, ma occasionalmente tratterò anche di altri scrittori. Dedico questo sito alla mia fidanzata Barbara, che è la musa ispiratrice delle mie opere e il cuore pulsante della mia vena artistica, in oltre lo dedico anche ai miei tre nipoti.
martedì 17 ottobre 2017
martedì 7 febbraio 2017
I draghi tra mito e leggenda:
Il drago ha forse bisogno di presentazioni? Esso è una creatura leggendaria che da sempre ha ispirato l'immaginazione di molti artisti.
Nei paesi occidentali, è immaginato come un tremendo rettile ricoperto di scaglie, ha in genere quattro zampe, tutte decisamente robuste e dotate di artigli affilati, si sposta però grazie alle sue possenti ali simili a quelle di un di pipistrello, bilanciandosi con un'enorme coda (che talvolta finisce con una punta a forma di freccia) e dalla testa generalmente munita di corna posta su un corto collo: (anche se talvolta viene raffigurato come un rettile dal collo lungo). Inoltre spesso è in grado di sputare fuoco, esso infine è ritenuto una creatura avida di tesori e decisamente malvagia. (Il drago raffigurato nella giff animata, è ovviamente occidentale.)
Il Drago Cinese, è il tipico dragone orientale, raffigurato in modo decisamente diverso: dai tratti serpenteschi, spesso non ha le ali ma vola comunque, le sue scaglie sono coperte di peluria, si distingue inoltre dal suo cugino occidentale per essere dotato di un animo buono. Questi due sono solo i tipi di draghi più conosciuti, ma nella mitologia ve ne sono molti altri, ad esempio: le leggende messicane; parlano del famoso drago chiamato "Antiferro", questo tipo di rettile è un gigantesco serpente alato sputa fuoco, che vive nei pressi delle piantagioni di datteri (importato dai religiosi spagnoli) di cui si nutre.
Un altro molto conosciuto è il Drago Marino, l'enorme serpente acquatico che si narra assalisse le navi e divorasse i marinai.
Trovo molto divertente la famosa Coccactrice; essa si narra sia una discendete del Basilisco, le coccatrici secondo il mito nascevano se un uovo di una gallina veniva covato per ben nove anni da un rospo o un serpente, il risultato era una sorta di misto fra un gallo e un rettile, dalle leggende pare che il suo sguardo potesse pietrificare.
Nella cultura indiana, tuttavia il drago è chiamato Viverna: un robusto rettile alto, dotato di una coda da scorpione e con una gemma in testa; vive nelle paludi o nelle montagne e a seconda del luogo presenta lievi differenze nell'aspetto e nel carattere. Vi sono poi un'infinità di draghi e derivati da essi, ma per quanto riguarda le loro specie non ne cito altre, passo invece a parlare del loro ruolo nella narrativa.
Anche se è vero, che sia i greci e poi i romani chiamavano "draghi" determinati tipi di serpenti che tenevano come animali domestici, il primo a parlare di "drago" definendo un animale fantastico fu proprio Omero, raffigurandolo come un serpente con ali e zampe.
Nella favola dello scrittore romano Fedro: "La volpe e il drago", il mostro appare per la prima volta come un guardiano di tesori.
Nelle Argonautiche: il poeta egiziano Rodio narra che un drago fosse il guardiano del vello d'oro.
In Cina i draghi e le fenici, risalgono agli albori dell'impero e sono da sempre simboli delle dinastie imperiali. Ma dobbiamo aspettare la religione cristiana: per vedere formare l'immagine occidentale del drago, tuttavia nel libro dell'Apocalisse, troviamo una variante ancor più fantasiosa del drago occidentale che si distingue per avere sette teste ed essere l'incarnazione del diavolo.
Si ritiene che ad alimentare tutte queste fantasie, siano stati dei ritrovamenti fossili di dinosauri, rivenuti in antichità e che allora non erano possibili da spiegare.
Oggi, il drago occupa un ruolo determinate nella narrativa fantastica, comparendo in romanzi, film, videogiochi e quant'altro, spesso vine raffigurato alla maniera "occidentale".
Nel 2004 il mondo scientifico si agitò inutilmente per un "cucciolo di drago" ritrovato in Inghilterra, che poi risultò essere un falso.
Tuttavia l'unico "drago" esistente, è il Varano di Comodo, un'enorme lucertola scoperta nel 1910, essa è la più grande della sua specie e le sue fauci non saranno in grado di sputare fiamme, ma grazie ad una certa quantità di batteri mandano in setticemia le vittime.
Luca Pasini
Nei paesi occidentali, è immaginato come un tremendo rettile ricoperto di scaglie, ha in genere quattro zampe, tutte decisamente robuste e dotate di artigli affilati, si sposta però grazie alle sue possenti ali simili a quelle di un di pipistrello, bilanciandosi con un'enorme coda (che talvolta finisce con una punta a forma di freccia) e dalla testa generalmente munita di corna posta su un corto collo: (anche se talvolta viene raffigurato come un rettile dal collo lungo). Inoltre spesso è in grado di sputare fuoco, esso infine è ritenuto una creatura avida di tesori e decisamente malvagia. (Il drago raffigurato nella giff animata, è ovviamente occidentale.)
Il Drago Cinese, è il tipico dragone orientale, raffigurato in modo decisamente diverso: dai tratti serpenteschi, spesso non ha le ali ma vola comunque, le sue scaglie sono coperte di peluria, si distingue inoltre dal suo cugino occidentale per essere dotato di un animo buono. Questi due sono solo i tipi di draghi più conosciuti, ma nella mitologia ve ne sono molti altri, ad esempio: le leggende messicane; parlano del famoso drago chiamato "Antiferro", questo tipo di rettile è un gigantesco serpente alato sputa fuoco, che vive nei pressi delle piantagioni di datteri (importato dai religiosi spagnoli) di cui si nutre.
Un altro molto conosciuto è il Drago Marino, l'enorme serpente acquatico che si narra assalisse le navi e divorasse i marinai.
Trovo molto divertente la famosa Coccactrice; essa si narra sia una discendete del Basilisco, le coccatrici secondo il mito nascevano se un uovo di una gallina veniva covato per ben nove anni da un rospo o un serpente, il risultato era una sorta di misto fra un gallo e un rettile, dalle leggende pare che il suo sguardo potesse pietrificare.
Nella cultura indiana, tuttavia il drago è chiamato Viverna: un robusto rettile alto, dotato di una coda da scorpione e con una gemma in testa; vive nelle paludi o nelle montagne e a seconda del luogo presenta lievi differenze nell'aspetto e nel carattere. Vi sono poi un'infinità di draghi e derivati da essi, ma per quanto riguarda le loro specie non ne cito altre, passo invece a parlare del loro ruolo nella narrativa.
Anche se è vero, che sia i greci e poi i romani chiamavano "draghi" determinati tipi di serpenti che tenevano come animali domestici, il primo a parlare di "drago" definendo un animale fantastico fu proprio Omero, raffigurandolo come un serpente con ali e zampe.
Nella favola dello scrittore romano Fedro: "La volpe e il drago", il mostro appare per la prima volta come un guardiano di tesori.
Nelle Argonautiche: il poeta egiziano Rodio narra che un drago fosse il guardiano del vello d'oro.
In Cina i draghi e le fenici, risalgono agli albori dell'impero e sono da sempre simboli delle dinastie imperiali. Ma dobbiamo aspettare la religione cristiana: per vedere formare l'immagine occidentale del drago, tuttavia nel libro dell'Apocalisse, troviamo una variante ancor più fantasiosa del drago occidentale che si distingue per avere sette teste ed essere l'incarnazione del diavolo.
Si ritiene che ad alimentare tutte queste fantasie, siano stati dei ritrovamenti fossili di dinosauri, rivenuti in antichità e che allora non erano possibili da spiegare.
Oggi, il drago occupa un ruolo determinate nella narrativa fantastica, comparendo in romanzi, film, videogiochi e quant'altro, spesso vine raffigurato alla maniera "occidentale".
Nel 2004 il mondo scientifico si agitò inutilmente per un "cucciolo di drago" ritrovato in Inghilterra, che poi risultò essere un falso.
Tuttavia l'unico "drago" esistente, è il Varano di Comodo, un'enorme lucertola scoperta nel 1910, essa è la più grande della sua specie e le sue fauci non saranno in grado di sputare fiamme, ma grazie ad una certa quantità di batteri mandano in setticemia le vittime.
Luca Pasini
giovedì 2 febbraio 2017
Il Complotto
(Racconto breve: spin off del mio romanzo principale, nel 2016 è stato premiato alla Fiera del Libro della Romagna IV edizione e pubblicato nella raccolta "Racconti emiliani". Il logo soprastante invece è la copertina del mio libro "L'orda barbarica" che è il primo libro della saga che sto scrivendo: "la Saga del Dragone Rosso.".)
Il Complotto:
Il Complotto:
Il Triangolo è un potente cartello criminale
che opera in varie nazioni e regni.
E’ gestito da un triumvirato di potenti
incantatori, i quali trasmettono i loro ordini tramite mezzi magici, in modo da
mantenere il totale riserbo sulle proprie identità.
Nella gerarchia vi sono vari criminali, che
gestiscono gli affari del Triangolo, poi c’è la manovalanza e la stragrande
maggioranza di quest’ultimi pensano di essere membri di una comune banda
criminale.
Kelvr è un goblin, normalmente i suoi pari
razza sono disprezzati e se non razziano, in genere si danno a piccoli furti,
come il borseggio.
Ma lui no, si è fatto strada nel mondo
criminale del porto della città commerciale di Nagarì, sulle sponde del Fiume
Doppio. Lì Kelvr gestisce un giro di droghe e varie sostanze allucinogene, nella zona dei moli, per conto
del Triangolo.
Come tutti i goblin egli ha la pelle verde scura, glabra e rugosa, un paio di orecchie
curve e appuntite che gli pendono all’indietro, gli occhi sono rossi e
malevoli, mentre il naso è grande e adunco.
Kelvr veste abiti pregiati: un gilet di pelliccia
sopra ad una bianca camicia di stoffa raffinata, pantaloni e calzature di cuoio
lavorato e infine nelle dita una miriade di anelli, taluni d’oro altri
d’argento. Ha due sgherri a guardia della sua bancarella, sono due tipi poco
raccomandabili. Vronos è un cavernicolo, ossia, una sottospecie umana, ottusa ma molto forte che solitamente vive nelle
montagne su a nord. Una massa di muscoli di oltre due metri che non ha bisogno
di armi e indossa solo un paio di pantaloni. Ungiaros Vrok è un umano, munito
di due pugnali ed è protetto da un’armatura di pelle rinforzata. L’ultimo dei
suoi sottoposti è Zanna, un ragazzino di sei anni che svolge il suo lavoro di
corriere senza fare troppe domande.
La bancarella di Kelvr è formata da alcuni pali
di legno, piantati nel terreno, sui cui si stende una vecchio telo a mò di
tettoia, sotto di essa molte casse, dentro le quali le droghe sono abilmente
camuffate da: spezie, erbe pipe, sali, pozioni e quant’altro.
È un tranquillo pomeriggio estivo, come sempre
l’aria umida del porto riempie le narici del giovane goblin, che è indaffarato
a trafficare con la sua mercanzia, quand’ecco che una figura in sella ad un bardotto
giunge lungo il vicolo che conduce al molo. Vronos e Ungiaros fanno per
sbarragli la strada: del resto, conoscono il nuovo venuto, ma Kelvr gli fa
cenno di lasciarlo avvicinare.
È Dackie, almeno cosi quel tizio umano è
conosciuto nell’ambiente, Kelvr a differenza di loro sa che quel giovane come
il suo capo, sono entrambi esponenti locali del Triangolo.
Ha un viso butterato e folti capelli biondi,
sopra alle trasandate vesti porta una panciera di ferro ammaccata e
parzialmente arrugginita, in cinta sul fianco destro tiene nel fodero un
pugnale ricurvo.
L’umano smonta quindi di sella e tirando per le
redini la cavalcatura si avvicina alla bancarella del piccolo spacciatore.
“Salute a
te, Dackie, sei venuto per i tuoi soliti sali da bagno?” Gracchia
Kelvr che nonostante abbia una voce stridula e sgradevole parla con sorprendete
abilità la lingua franca.
“Ufficialmente
sono venuto per questo” borbotta il ragazzo in risposta.
“Come
sarebbe a dire ufficialmente?” chiede il goblin passandogli un
sacchettino in cambio di una manciata di monete d’argento.
Nel prendere la merce il giovane si abbassa e
bisbiglia: “Yundurios ha deciso di farti
fuori e rilevare la tua attività pagandola al Triangolo, si incontrerà stanotte
nel suo salottino con Yarbo.”
Yundurios Lexis, è un elfo subdolo e crudele,
ed è il datore di lavoro di Dackie.
Ufficialmente è un locandiere, ma nella cantina
della sua taverna, gestisce una bisca clandestina e inoltre, controlla le
prostitute che esercitano la loro professione in quei vicoli nelle ore
notturne.
Yarbo Fres
invece, è un membro della Guardia Cittadina, ma è corrotto e protegge le
attività del Triangolo al porto. Kelvr decide di verificare le informazioni di
persona. Notte tempo scala la locanda, aggrappandosi alla vecchia grondaia che
sta nell’ angolo. Con le sue tozze mani, si issa sul tetto, i suoi artigli
graffiano le vecchie tegole di terracotta, mentre avanza a carponi.
Apre l’abbaino,
quindi striscia sulla trave sottostante, un’operazione che ha spesso compiuto,
per spiare il suo collega.
Sotto di
lui un piccolo salottino, elegantemente ammobiliato con una porta che da sul
retro, dove c’è l’uscita secondaria e la scala personale di Lexis per recarsi
alle cantine.
Poi
dall’altro lato una seconda porta che dà alla sala principale della locanda. Ma
è in questa piccola stanza insonorizzata magicamente, che l’astuto orecchie a
punta, conduce i suoi loschi affari.
L’elfo e il
sicario umano, sono seduti a tavola, al centro della stanza e stanno cenando al
lume di candela. Forse è per questo che quel grosso bestione barbuto e in armatura
di Yarbo è a disagio, viste le fattezze di colui con cui cena.
Yundurios è
magro e basso, ha lunghi capelli biondi raccolti in una traccia ben curata, ha
le labbra cosparse di un rossetto color porpora, indossa una camicia di seta
rosa con cuoricini rossi ricamati sui polsini, porta eleganti pantaloni
aderenti e gli stivali sono neri, di velluto e coi tacchi.
Kelvr non
ha mai avuto pregiudizi, sa di non dover giudicare l’elfo per i suoi gusti, ma
di doverlo temere per la sua mente diabolica.
“Il Triangolo, non ama che i suoi uomini si
facciano gli stivali a vicenda, dovrò far passare il tutto per un incidente.” Afferma Yarbo
tagliando vigorosamente la sua bistecca di manzo.
L’altro con
molta grazia afferra il bicchiere colmo di vino elfico e se lo porta alle
labbra, ne prende un abbondate sorso e appoggia il calice sulla tovaglia
ricamata, rispondendogli poi con una voce delicata e suadente.
“Naturalmente, voglio un lavoro ben eseguito,
fai come ti dico e vedrai più oro di quanto tu possa immaginare!”
“Ah tu sottovaluti la mia immaginazione elfo.”
Acquattato
sulla trave, qualche metro sopra le loro teste, Kelvr non si perde una parola,
naturalmente non fanno nomi come è consuetudine in questo tipo di trattative,
ma gli è chiaro di chi parlano e ha già in mente un’idea su come intervenire
drasticamente in questa faccenda.
Il sole è
dritto in cielo mentre Zanna scivola fra
la folla del porto, come sempre lui cammina scalzo ed è vestito di stracci ma
ha un’aria vispa e furba, agile, nonostante la grossa borsa di cuoio che porta
a tracolla.
Si ferma
davanti alla porta di Yarbo Fres che oggi non è in servizio, il ragazzino si
guarda attorno con fare sospettoso, poi bussa e poco dopo Yarbo apre la porta:
“Il vostro pepe rosso, mio signore!”
“Dà qua” dice lui afferrando burbero il
vasetto di vetro contenente numerosi granuli rossi. Poi una volta ricevuto uno scudo
d’oro come compenso, Zanna si allontana.
Yarbo
ignora che la radice di “crodega maledetta” in polvere, con cui abitualmente si
fa, stavolta sia stata tagliata con una amanita purulenta tritata. Si mette
seduto a tavola e svita il barattolo che poi appoggia sul tavolo, prende un
pizzico di polvere rossa e la inspira, ripete l’operazione tre o quattro volte
prima di cadere a terra, in preda a violente convulsioni, col viso arrossato e
la schiuma che sgorga dalla bocca.
In un
vicolo del porto, lontano da occhi e orecchie indiscrete, Yundurios ha appena
colpito con uno schiaffo una delle sue donne di malaffare: “La prossima notte di lavoro, vedi di guadagnare almeno il doppio, sgualdrina!”Le
dice mentre lei se ne và con aria mesta.
Ma poco
dopo si gira e all’entrata del vicolo c’è Kelvr che ghigna con aria beffarda,
alle sue spalle Vronos e Ungiaros.
“Impossibile, tu, un sudicio goblin, non puoi
essere il burattinaio.” Dice l’elfo con disprezzo.
“Mai permettere al razzismo di condizionare gli
affari” gli ribatte secco Kelvr, poi lo indica con un cenno del capo.
“Fate il vostro lavoro” dice
rivolto hai suoi tirapiedi.
Il gemito
strozzato di Yundurios colpito a morte, echeggia dal vicolo mentre il piccolo
goblin attraversa la strada per
raggiungere Dackie seduto su una panchina, su cui il goblin si arrampica
mettendosi poi a sedere.
“Spero che tu abbia apprezzato il favore,
nonostante il fatto che hai provato ad usarmi” dice Kelvr.
“Come hai capito che voleva me morto e non te?” ribatte
tranquillo l’umano.
“Quando ho origliato l’altra notte, non hanno
parlato di come superare le mie guardie del corpo e le ultime parole
dell’orecchie troppo lunghe, hanno confermato i miei sospetti, per chi lavori?”
“Per qualcuno che è ansioso di conoscerti e di
servirsi delle tue notevoli capacità, puoi aspirare un destino più grande
Kelvr!”
“Com’è la paga?”
“Molto maggiore dei tuoi attuali guadagni, direi.”
“Organizza un incontro e vedremo.”
Kelvr
incontrò la persona per cui Dackie lavorava,
un mese
dopo e la sua vita cambiò per sempre.
lunedì 23 gennaio 2017
Genere fantastico:
Apro questo blog, parlando per l'appunto del genere letterario Fantastico. Inutile dire, visto anche il nome del mio sito è il tipo di narrativa da me favorito.
Esso spesso viene erroneamente bollato come futile, in quanto è frutto della fantasia; certo altri tipi di libri possono sembrare e sicuramente lo sono, di più concreta utilità nella vita quotidiana, ma è sbagliato sottovalutare questo genere che sempre di più si diffonde, esso da sfogo all'immaginazione e al tempo stesso la nutre, stimolando la creatività mentale degli individui. Attualmente molti tra i libri più letti nel mondo, sono per l'appunto libri fantastici.
Basta citare la famosissima saga di Harry Potter della Rowling, oppure il Signore degli Anelli di Tolkien, o magari Martin e Paolini con le rispettive saghe: il gioco del trono e il ciclo dell'eredità, mi viene pure impossibile non citare Stan Nichols e Mark Peinkofer anch'essi autori fantasy, con la particolarità di aver inserito fra i loro "protagonisti" dei personaggi appartenenti al popolo orchesco, infatti la più famosa saga di Nichols si intitola "Gli orchi" e Peinkofer è pure lui autore di una saga con orchi tra i protagonisti, anche Robert E. Oward padre negli anni trenta del celeberrimo Conan il Barbaro protagonista di racconti, romanzi e successivamente film, non può a mio parere non essere citato. Questi sono solo pochi autori, all'interno di una marea di scrittori che nel corso di alcuni decenni è andata ad espandersi a macchia d'olio, proliferando, talvolta uscendo dalla sola letteratura e andando a invadere anche il mondo del cinema, della televisione e il conseguente ramo dei più svariati gadget.
Tuttavia è errato pensare che sia un fenomeno recente, è vero che questo genere narrativo nella letteratura moderna si è sviluppato sopratutto dal XIX secolo in poi, in fatti il primo a parlare di "letteratura fantastica" fu lo scrittore francese Charles Nodier nel suo saggio "Il fantastico in letteratura moderna" del 1830.
Tuttavia il Fantastico: è probabilmente il più remoto e arcaico dei generi narrativi, che risale agli albori della stessa umanità, quando i primi sciamani svolgevano riti e pregavano le divinità preistoriche, addirittura gli storici affermano che i primi rituali risalgono al 70.000 a.c. e la religione non è forse stata la prima fantasia? Quindi si può affermare, che sottovalutare la narrativa fantastica, equivalga a svalutare la fantasia, un retaggio insito in noi, tramandatoci dai nostri progenitori paleolitici.
Luca Pasini
Esso spesso viene erroneamente bollato come futile, in quanto è frutto della fantasia; certo altri tipi di libri possono sembrare e sicuramente lo sono, di più concreta utilità nella vita quotidiana, ma è sbagliato sottovalutare questo genere che sempre di più si diffonde, esso da sfogo all'immaginazione e al tempo stesso la nutre, stimolando la creatività mentale degli individui. Attualmente molti tra i libri più letti nel mondo, sono per l'appunto libri fantastici.
Basta citare la famosissima saga di Harry Potter della Rowling, oppure il Signore degli Anelli di Tolkien, o magari Martin e Paolini con le rispettive saghe: il gioco del trono e il ciclo dell'eredità, mi viene pure impossibile non citare Stan Nichols e Mark Peinkofer anch'essi autori fantasy, con la particolarità di aver inserito fra i loro "protagonisti" dei personaggi appartenenti al popolo orchesco, infatti la più famosa saga di Nichols si intitola "Gli orchi" e Peinkofer è pure lui autore di una saga con orchi tra i protagonisti, anche Robert E. Oward padre negli anni trenta del celeberrimo Conan il Barbaro protagonista di racconti, romanzi e successivamente film, non può a mio parere non essere citato. Questi sono solo pochi autori, all'interno di una marea di scrittori che nel corso di alcuni decenni è andata ad espandersi a macchia d'olio, proliferando, talvolta uscendo dalla sola letteratura e andando a invadere anche il mondo del cinema, della televisione e il conseguente ramo dei più svariati gadget.
Tuttavia è errato pensare che sia un fenomeno recente, è vero che questo genere narrativo nella letteratura moderna si è sviluppato sopratutto dal XIX secolo in poi, in fatti il primo a parlare di "letteratura fantastica" fu lo scrittore francese Charles Nodier nel suo saggio "Il fantastico in letteratura moderna" del 1830.
Tuttavia il Fantastico: è probabilmente il più remoto e arcaico dei generi narrativi, che risale agli albori della stessa umanità, quando i primi sciamani svolgevano riti e pregavano le divinità preistoriche, addirittura gli storici affermano che i primi rituali risalgono al 70.000 a.c. e la religione non è forse stata la prima fantasia? Quindi si può affermare, che sottovalutare la narrativa fantastica, equivalga a svalutare la fantasia, un retaggio insito in noi, tramandatoci dai nostri progenitori paleolitici.
Luca Pasini
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